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lunedì 12 marzo 2007

Forse sono un po’ strano;
è un pezzo che ci penso,
mi interrogo, rifletto,
provo ad immaginare
e perfino nel sogno
ne resto ossessionato,
mi rigiro nel letto,
nel momento più dolce,
mentre il sonno mi avvince,
già sto chiudendo gli occhi
e la mente si acquieta
senza più ragionare,
solo immagini tenui
e delicati suoni
circondano il mio letto,
pure improvvisa torna
ad affacciarsi alla mente,
ed anche mentre vado,
anzi forse ancor più,
girando per le strade
a zonzo, come quando,
ancora adolescente,
ricercavo quel viso
che solo di mattina
al fondo della via
ogni giorno appariva
per dannare il mio cuore,
mentre vago per strada
fissando gli occhi intenti
sulle gambe che rutilano
ed i seni affannosi
e bocche ridondanti di promesse
mai mantenute poi,
e mi perdo seguendo
svolazzare di gonne
e ticchettio di tacchi,
e brillare di occhi
nei quali, impudico,
fisso dritto lo sguardo
ancora allora, e sempre,
vincendo ogni mio sforzo
teso ad allontanare
l’inutile pensiero,
ancora e sempre,
mentre vado e dormo
e mangio e lavoro e parlo
e mi lavo e mi vesto
e torno a fare ognuna delle cose
solite di ogni giorno,
implacabile arriva
e non posso far niente,
lo stupido quesito
quell’immagine fatua,
le tue scarpe piccine
che chiudono in un guscio
ciò che sogno baciare
ma non so immaginare.

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