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lunedì 12 marzo 2007

Soffio di vento nella mia vela.
Tiepido, sfumato appena,
lievissima bava
si è insinuata furtiva,
la vela che pendeva
un istante ha vibrato
per ricadere inerte.
Tempo di attesa
solo nella bonaccia
la costa a vista
e nulla per tornare.
Altro soffio, tiepido,
un poco più deciso,
la vela che si inarca,
si ingobbisce, sfarfalla,
ricomincia a tirare,
motore silenzioso,
lievissima la linea
lasciata dallo scafo,
un metro, un altro,
ancora un soffio,
bavette ripetute
che sfiorano le gote.
Tempo di attesa
solo nella bonaccia
la costa a vista
e nulla per tornare,
delle bave di vento
mi resta la memoria,
turbinio della balumina,
il gonfiarsi del fiocco,
l’impercettibile andare
senza nessun rumore
senza nessun guadagno,
la costa ancor lontana
ed io fermo nel mare.
Ma ecco che improvvisa
la bava ora rinforza,
ora il vento è girato
e la tiepida brezza
che veniva dal mare
è caldo vento
che spira dalla costa,
col paniere di suoni
e l’odore di terra,
un vaso di pandora
delle cose che amo,
dall’odore speziato,
frutta e fiori e profumo di mare,
tutto un insieme,
aspro odore di agrumi,
sentore di oleandri,
di vulcanica terra,
memorie dell’infanzia,
la vacanza iniziata
prima ancor di arrivare
avvisata dall’aria.
Ancor prima di andare.
Ancor prima di avere.
Vivere senza andare
vivere senza avere.
Tempo di attesa
solo nella bonaccia
la costa a vista
e nulla per tornare.
E’ stata un’illusione
questo sbuffo di vento,
il tempo di orientare
il fiocco e poi la randa
un metro, due,
qualche spruzzo alla prua
che comincia a planare,
mi ha portato i sapori
suonando quei motivi
che l’animo rammenta,
immagini e colori,
speranza dell’andare
di prendere la via
di lasciare alla fine
questo braccio di mare
in cui mi sono perso
con nulla per tornare.

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